La ronda notturna

Il parcheggio era quasi vuoto, illuminato solo da un paio di lampioni sbiaditi. Le poche auto parcheggiate erano sparite all’istante non appena l'auto della polizia aveva fatto capolino. Quel luogo, noto per essere un punto di incontro discreto, si svuotava alla minima traccia di autorità. Tutte le macchine se ne erano andate, tranne una.

Il poliziotto si avvicinò con calma, la mano rilassata sulla fondina della pistola. Notò un uomo appoggiato contro una Mini-Cooper nera, rilassato, quasi incurante della situazione. Indossava una tuta Adidas, aderente, che lasciava trasparire un fisico scolpito e potente. La barba curata aggiungeva un tocco maschile al suo volto, e il suo sguardo era calmo, quasi sfidante.

Il poliziotto, abituato a questo tipo di situazioni, decise di non farsi influenzare dall’atteggiamento dell’uomo. "Documenti," disse con un tono neutro, mantenendo la professionalità.

L’uomo si staccò dalla macchina e prese con calma il portafoglio, porgendoglielo senza fretta. Mentre il poliziotto esaminava i documenti, poteva percepire lo sguardo dell'uomo su di lui, diretto e indagatore. Sembrava non avere fretta, a differenza degli altri che erano fuggiti.

Con una lentezza deliberata, il poliziotto restituì i documenti e fece un passo indietro, mantenendo una distanza controllata. "Che ci fai qui a quest’ora?" chiese, più per dovere che per reale interesse.

"Sa come vanno queste cose," rispose l'uomo con un tono rilassato e sicuro. "Immagino che anche lei lo sappia."

Il poliziotto rimase in silenzio per un attimo, studiando l’uomo. C'era qualcosa nella sua presenza che lo attirava, una confidenza che raramente trovava in situazioni come quella. L'uomo si avvicinò di un passo, riducendo ulteriormente la distanza tra loro. "Ci siamo solo io e lei, ora," sussurrò l'uomo con un tono più basso, il suo respiro caldo sfiorando l’aria fredda della notte.

Il poliziotto non fece nulla per allontanarlo, sentiva l'adrenalina crescere, ma non quella legata al dovere. Era un’altra forma di eccitazione, che lo spingeva a restare fermo. L'uomo allungò la mano e sfiorò la cintura del poliziotto, un tocco lieve ma deciso.

Quando il poliziotto non oppose resistenza, l'uomo si inginocchiò lentamente di fronte a lui, gli occhi fissi sui suoi, sfidando qualsiasi resistenza potesse ancora esserci. Con gesti precisi, slacciò la cintura e abbassò la zip dei pantaloni, rivelando un membro già parzialmente eretto. Il respiro del poliziotto si fece più profondo, mentre l’uomo faceva scivolare la mano lungo l’asta, misurandone la consistenza e la grandezza.

Poi, senza esitazione, l’uomo prese il membro tra le labbra, iniziando un lento lavoro di esplorazione. La sua lingua si mosse con abilità, scivolando lungo la lunghezza del pene, mentre le labbra avvolgevano il glande in un movimento fluido e costante. Il poliziotto si appoggiò all'auto, un gemito appena accennato sfuggì dalle sue labbra.

La testa dell'uomo si muoveva con un ritmo deciso ma misurato, mentre il poliziotto guardava in basso, osservando ogni movimento con attenzione. La sua bocca era calda, accogliente, e il contrasto con l’aria fresca della notte rendeva la sensazione ancora più intensa. Quando l'uomo accelerò il ritmo, iniziando a prendere sempre più profondamente il membro, il poliziotto si perse nel piacere. Ogni affondo era un invito a cedere completamente.

Con un respiro profondo, l’uomo si spinse oltre. Il membro scivolò nella sua gola, andando sempre più in profondità, fino a quando non sentì la pressione contro il palato e la gola che si allargava per accoglierlo. Il poliziotto gemette, sorpreso dalla capacità dell’uomo di gestire tutto quel piacere senza mai fermarsi. Ogni volta che il pene affondava nella gola, l’uomo tratteneva il respiro, per poi rilasciarlo con un piccolo sussulto di piacere, come se anche lui stesse godendo della situazione.

La mano del poliziotto si poggiò sulla testa dell’uomo, senza spingere, ma solo per sentirlo più vicino. Le labbra dell'uomo si muovevano con una precisione quasi ipnotica, mentre la gola si allargava per accogliere tutto, fino a che non sentì il poliziotto tremare sopra di lui, ormai incapace di trattenersi.

Il suo nettare arrivò improvviso, con un gemito soffocato e profondo. L’uomo accolse tutto il piacere del poliziotto senza esitazione, lasciando che il liquido caldo scivolasse nella gola, inghiottendo ogni fiotto con avidità. Non si fermò fino a quando il poliziotto non fu completamente svuotato, e solo allora, lentamente, fece scivolare il membro fuori dalla bocca, pulito e lucido.

Si alzò lentamente, le sue labbra ancora umide, mentre il poliziotto lo guardava, ancora scosso dal piacere. "Direi che la ronda è andata bene," disse l’uomo con un sorriso malizioso, gli occhi che brillavano nella notte.

Il poliziotto si ricompose, aggiustando i pantaloni senza dire nulla. L’uomo lo osservava, con la stessa sicurezza di prima. Nessuna parola era necessaria. Quando tutto fu a posto, il poliziotto fece un cenno di assenso, un mezzo sorriso sulle labbra.

"E la prossima volta, fammi un fischio prima di arrivare," disse l’uomo con un sorriso sornione, mentre si dirigeva verso la sua macchina, lasciando il poliziotto solo nel parcheggio, immerso in un silenzio carico di un’intesa appena nata.